24. Giugno, 2017

50 anni di successi

Il cinquantesimo anno di vita dello Yacht Club Costa Smeralda, fondato per volere dell’Aga Khan insieme con Andrè Ardoin, Giuseppe Kerry Mentasti e Luigi Vietti a Porto Cervo nel 1967 è una realtà quasi impossibile da immaginare oggi. Quel pontile di legno che ondeggiava sotto i colpi del maestrale, di quello che oggi è riconosciuto, a livello internazionale, come lo Yacht Club più affascinante al mondo. Certamente il contesto naturalistico non ha pari, all’estremità nord della Sardegna, circondato da un Arcipelago di isole e isolotti che fungono da boe naturali, un vero paradiso per i velisti di tutto il mondo, chi non è mai stato a regatare a Porto Cervo non ha conosciuto il mondo della Costa Smeralda.

Riccaro Bonadeo, Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda, il cuore e la passione per uno sport come la vela che ancora oggi leggiamo nei suoi occhi come un’amore senza fine.

Commodoro, questo Club ha la fortuna di essere incastonato in posto meraviglioso, ma la vostra lungimiranza e gestione non ha eguali:

“E’ come dici tu, la capacità dell’Aga Khan di vedere in questa terra meravigliosa brulla a volte spigolosa un vero paradiso per creare un club con tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento per lo Yachting internazionale è assolutamente la chiave di volta di quello che oggi tutti ammirano e un pò ci invidiano. La passione è la forza di tutti quelli che hanno vissuto e vivono questo club, sin dal primo consiglio direttivo, quando ci trovavamo a Porto Cervo vecchia per parlare del futuro di questo sogno che si realizzato, ricordo con grande affetto tutti gli amici con cui si andava avanti per ore a discutere di progetti. Da li è nato un pò tutto, siamo partiti nel 1972 con la prima edizione della Settimana delle Bocche che ha segnato l’ingresso e il punto di riferimento per lo Yachting internazionale, con la One Ton Cup e la Sardinia Cup. Arriva così anche la Maxy Yacht, nostro fiore all’occhiello, la Swan Cup, la cantieristica, un periodo meraviglio che nell’83 vede la nascita di Azzurra, la sfida all’America’s Cup e il giro del mondo con Leonardo Ferragamo, insomma, non ci siamo fatti mancar niente. Tra queste regate, di certo mi manca un’altra partecipazione alla Volvo Ocean Race, con il nuovo formato.

Le Vostre nozze d’oro non sono solo eventi sociali per festeggiare questo traguardo, bisogna dare una svolta anche per salvaguardare il nostro mare:

“Esattamente il 2017 vuole essere per lo YCCS anche un punto di partenza verso nuove sfide e obiettivi. Il primo è quello di un forum sull’ambiente che sarà organizzato a Milano per ovvi motivi, non solo di logistica ma di centralità scientifica ed imprenditoriale, per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di salute del mare, ormai vicino a un punto di non ritorno. Il progetto denominato “One Ocean” e fortemente voluto dalla Principessa Zahra Aga Khan, prevede la partnership scientifica di SDA Bocconi School of Management e si propone di redigere la Charta Smeralda, che racchiuderà tutta una serie di principi nell’ambito dell’eco-sostenibilità e che sarà dapprima firmata e sottoscritta dallo YCCS e successivamente condivisa, nell’ottica di ottenere un largo seguito, con yacht club, testimonial e personalità internazionali, sentiamo il bisogno e la responsabilità, anche per il ruolo che ricopriamo nel mondo nautico, di fare la nostra parte. Il problema non sono i grandi yacht a motore ormeggiati nel marina, perché quelli hanno tutti dei sistemi di stoccaggio di rifiuti, ma la mentalità della gente. Dobbiamo cambiare modo di pensare se vogliamo lasciare ai nostri figli un mare pulito. Ognuno deve fare la propria parte. E lo YCCS farà la sua».

Lei definisce la classe TP52 come la più consistente in questi anni:

“Siamo molto legati ovviamente alle 52 SUPER SERIES, per quello che rappresentano nel mondo dello Yachting, per la nostra partecipazione con Azzurra, perchè vive della visione intelligenti di correre con barche inserite in una box-rules, proponendo il meglio delle prestazioni a questi armatori che si alimentano l’uno con l’altro e che ogni anno aumentano la dimensione della classe, rendendola la più glamour e la più interessante sportivamente parlando. I nostri ragazzi oggi si sono riscattati alla grande con una prova maiuscola nella regata costiera. In questa classe non c’è la possibilità di sbagliare, l’altissimo livello di questi team fa capire quanto ogni minimo errore si paga.

Tutti le chiederanno per chi tifa all’America’s Cup:

“Ovviamente per Team New Zealand, siamo molto legati ai neo zelandesi, Grant Dalton è stato per noi il riferimento per il giro del mondo e non è detto che non lo sia anche per una prossima sfida. Mi auguro che venga mantenuto l’impegno di riportare la Coppa America in termini diciamo più logici, più umani. Quella che vediamo oggi in acqua non è una sfida che possiamo definire di vela tradizionale, queste macchine che fanno delle prove di velocità, volano, la gente non apprezza più le barche grandi a dislocamento che si portano sulla linea di partenza per effettuare il circling, dove l’abilità di tutti i marinai viene esaltata, la versione attuale è fuori dalle mie logiche e dai miei pensieri. Sarebbe bello vedere l’esaltazione della nazionalità, che viene proposta in ogni sfida sportiva nazionale, dal calcio alla pallacanestro etc, la nazionale colpisce di più la fantasia, questo da una forte connotazione ed è un collante per la gente che segue questo bellissimo sport


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